Aprile 30, 2024

Disoccupati Italiani

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Il Desiderio di Reintegrazione: La Sfida dell’Occupazione in Italia

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L’Italia affronta una sfida significativa nel riportare nel mercato del lavoro milioni di disoccupati e scoraggiati. La dimensione numerica è impressionante, con quasi 5 milioni di persone che devono essere coinvolte nel mercato del lavoro. Ma la questione va oltre il mero conteggio, poiché il paese deve anche affrontare l’inadeguatezza di percorsi formativi poco orientati alle professioni richieste dal mercato e non allineati all’innovazione tecnologica.

Una Disoccupazione Strutturale

Una delle sfide chiave è la natura della disoccupazione in Italia, che spesso è di lungo periodo. Più della metà delle persone in cerca di lavoro è disoccupata da oltre un anno. Questo solleva la necessità di affrontare le cause strutturali che ostacolano il riassorbimento dei disoccupati nel mercato del lavoro.

Le Politiche del Lavoro: Un Fattore Chiave

Daniele Fano, coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research, sottolinea l’inadeguatezza delle politiche del lavoro in Italia. Queste politiche spingono molti giovani, donne in età lavorativa e uomini vicini all’età della pensione tra gli inattivi, aggravando il paradosso di una difficoltà significativa nel reperire le figure professionali desiderate dai datori di lavoro. Inoltre, molti attivi scelgono di fare carriera all’estero invece di restare in Italia.

Il Ruolo del Pnrr

Fano suggerisce che una svolta potrebbe arrivare dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che investirà risorse significative nell’ambito delle politiche del lavoro e della formazione. Tuttavia, è necessario un sforzo decuplicato per affrontare completamente la situazione.

La Curva di Beveridge: Una Prospettiva Inquietante

La curva di Beveridge, uno strumento che analizza l’efficienza dei mercati del lavoro, indica un forte peggioramento nel periodo tra il 2005-2009 e il 2015-2019, con un aumento sia del tasso di disoccupazione che dei posti vacanti. Dopo il periodo Covid, il mercato del lavoro nel 2022 affronta ancora le conseguenze di questo sbilancio. Ogni 100 disoccupati in meno corrispondono mediamente a 24 posti vacanti in più. La curva di Beveridge indica una sfida significativa nell’allineamento tra domanda e offerta di lavoro.

Il Numero di Persone da Riportare nel Mercato del Lavoro

Alla fine del 2021, l’analisi di Randstad Research stima che ci fossero 2,3 milioni di disoccupati in Italia. Tuttavia, aggiungendo coloro che sono disponibili a lavorare ma non cercano attivamente un impiego (gli “scoraggiati” inattivi), il totale raggiunge 5 milioni di persone. Questo gruppo comprende molti giovani, donne e persone esodati.

Differenze Regionali e Settoriali

Ci sono differenze significative nelle regioni italiane, con il Mezzogiorno che soffre maggiormente e il Nord che mostra maggiore efficienza. Inoltre, ci sono disparità settoriali, con alcune industrie che hanno una scarsa disoccupazione ma faticano a reperire personale qualificato, mentre altri settori soffrono di un’elevata disoccupazione.

Il Ruolo dell’Istruzione e della Formazione

Il rapporto tra disoccupazione regionale e i risultati dei test Invalsi rivela una correlazione significativa. Il circolo vizioso richiede il rilancio delle politiche attive contro l’abbandono scolastico, il recupero dei NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro), e la formazione di disoccupati e inattivi per migliorare l’occupabilità e innalzare il livello delle tutele attraverso la formazione.

In sintesi, l’Italia deve affrontare una sfida complessa per riportare nel mercato del lavoro un gran numero di persone. Questo richiede un approccio olistico che copra politiche del lavoro, formazione, e allineamento tra domanda e offerta di lavoro.

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